Crisi in Thailandia cosa occorre sapere prima di partire.
Negli ultimi mesi il nostro staff ha raccolto numerose richieste di informazione da parte di turisti e viaggiatori preoccupati per la crisi politica in Thailandia. Al fine di diffondere una corretta informazione e indicare utili consigli ai viaggiatori che intendono recarsi nel paese, nel presente articolo è possibile trovare le giuste direttive necessarie per essere dei viaggiatori informati. A seguito dell’annuncio del colpo di stato del 22 maggio, la situazione politica in Thailandia è tuttora transitoria/incerta.
Come noto, la Thailandia non è nuova a momenti di grave crisi politica, risolti spesso con l’intervento dell’esercito. Dalla fine della monarchia assoluta, 82 anni fa, nel paese ci sono stati ben undici colpi di stato organizzati dall’esercito, cui si aggiunge quello recente.
In particolare, la situazione attuale è degenerata a partire da novembre 2013, quando il principale partito di opposizione del paese ha cominciato a organizzare enormi manifestazioni a Bangkok per protestare contro una legge sull’amnistia presentata dal governo. Da lì si sono susseguiti numerosi scontri tra guidati dai principali leader delle proteste, fino a quando il 22 maggio il capo dell’esercito thailandese ha annunciato in diretta televisiva che i militari avevano preso il controllo del governo, per “riportare l’ordine e condurre il paese verso le riforme politiche”.
A partire da quella data è stato imposto un coprifuoco che e’ in vigore dalle ore 24.00 alle ore 04.00 (ad oggi il coprifuoco e’ stato revocato a Pattaya, a Koh Samui, nell’intera isola di Phuket, aCha-am, a Hua Hin, a Krabi, Phang-nga, a Koh Chang, a Hat Yaie a Koh Phangan) mentre i mezzi pubblici sono operativi dalle ore 06.00 alle ore 23.00 (il trasferimento da e per gli aeroporti, aperti regolarmente, e’ comunque autorizzato anche in orario di coprifuoco). Il funzionamento dei pubblici uffici e’ normale.
A riguardo la Farnesina il 9 giugno 2014 ha diffuso un comunicato che risulta tuttora valido, con il quale avverte che: “Benché non vi siano connotazioni xenofobe, ai residenti e ai turisti si raccomanda di mantenere una elevata soglia di attenzione esercitando massima cautela ed evitando di circolare in prossimità di installazioni militari, di concentrazioni di forze di sicurezza e di effettuare filmati o fotografie. In particolare, si suggerisce di allontanarsi dai luoghi normalmente frequentati dai turisti qualora – come talvolta avviene – manifestanti dovessero dimostrare mescolandosi agli stranieri”.
Di fronte a questo quadro, risultano lecite le richieste dei turisti i quali, preoccupati per la crisi politica in Thailandia, intendano recedere dai pacchetti turistici e dai viaggi acquistati temendo per la propria incolumità o comunque perché ritengono che detta situazione vanifichi la finalità turistica e di svago proprie di ogni vacanza.
Sul punto vi è da dire che, analogamente a quanto accaduto l’anno scorso per la questione Egitto, il turista, ha astrattamente diritto a recedere dal contratto stipulato con l’organizzatore turistico, la dove sia ragionevole ritenere che la crisi politica metta a repentaglio la finalità di svago e di riposo insita nei contratti turistici. Questo avviso è stato manifestato proprio dalla Corte di Cassazione che in numerose occasioni ha ritenuto sussistente il diritto alla risoluzione del contratto per il venir meno della causa concreta del contratto turistico consistente nella finalità di vacanza.
Il nostro staff è a completa disposizione per fornire a tutti i viaggiatori e i turisti tutta la consulenza gratuita del caso cliccando sul seguente modulo